Il colonnello Sebastiano Procolo e il piccolo Benvenuto, suo nipote, hanno ereditato una casa di montagna e i boschi che l'attorniano. Benvenuto entra subito in sintonia con gli animali, i geni degli alberi, le canzoni del Vento Matteo e altre presenze metafisiche. Suo nonno, invece, pensa che i boschi siano solo fonte di guadagno. E se il bambino è un ostacolo alla realizzazione di questo guadagno, peggio per lui... Un racconto di Dino Buzzati, la fotografia di Dante Spinotti, un Paolo Villaggio in una parte insolita e, in regia, un "poeta" come Olmi. Ma anche di poesia si può eccedere; ed è quello che capita qui a Olmi, che si perde in lungaggini e bamboleggiamenti, senza riuscire a fondere la dimensione favolistica e quella naturalistica. Doppiaggio imbarazzante.